Giro Gravel sugli argini del Grande Fiume, un racconto di Daniele alias Grattugiamolo.

Siamo oramai al termine dell’Inverno, oggi giornata stupenda con sole caldo e tanta voglia di pedalare, alla scoperta di parchi e fiumi della nostra pianura.
Abito in una zona della città di Cremona che confina con il grande fiume, arrivando dal bellissimo centro storico seguendo il viale Po, si arriva proprio all’imbocco del ponte.
Due pedalate e sono sulla sponda opposta, cambio di provincia, quella Piacentina, ed entro quindi in un’altra Regione: l’ Emilia Romagna.

Proseguo sull’argine maestro in direzione Caorso, il fiume, nonostante la sua maestosità in questo tratto, lo vedo talvolta più vicino, talvolta nascosto dai Pioppeti; dopo pochi chilometri raggiungo la deviazione per Isola Serafini, dove un imponente impianto idroelettrico mi incuriosisce; seguo la strada asfaltata, a tratti ghiaiata che circonda l’isola con un anello di pochi chilometri.
L’isola si è creata nei secoli circondata dalle acque del grande Fiume e con i suoi 16 km quadrati ne fa la più grande isola del bacino fluviale.

Riprendo l’argine maestro e giungo a Caorso, dove il suo piccolo castello, anche detto Rocca Mandelli, con i suoi torrioni richiama una storia di secoli passati, ne approfitto per assaporare la sua storia mentre bevo un buon caffè “Bè fosse stata un’altra stagione sicuramente una birretta sarebbe andata meglio”.

Per il rientro seguo il torrente Chiavenna piccolo e con molte curve, sono sul suo argine sinistro e vedo la mia ombra ora davanti a me, ora di fianco, poi dietro, mi sembra di giocare con lei, ad ogni curva scatto una foto, poi un’altra e più avanti mi vedo proiettato fino al torrente: è un gioco buffo ma che mi diverte.
L’ultima volta che sono passato da queste parti, il sole era più alto e non avevo visto queste “ombre lunghe” spettacolari; è proprio vero che se trovi il tempo di guardare il paesaggio attorno, lo vedi che cambia di stagione in stagione, questa per me è la filosofia del cicloturismo e con la mia bici gravel “un po’ vintage” mi sento felice e più rilassato.

… talmente rilassato di essermi accorto solo a fine giro di non aver nemmeno registrato la traccia!